Associazione Contorno Viola

Contorno Viola è un’Organizzazione di Volontariato (ODV) fondata a Verbania nel 1992, riconosciuta a livello nazionale come realtà di eccellenza nella metodologia della peer education e più recentemente della peer&media education.

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Peer
education e la strategia dell’ipotenusa

Contorno Viola, organizzazione di volontariato e impegno civile.

Peer Education e i suoi sviluppi

Sembrerebbe un azzardo scomodare Pitagora, ma secondo una nostra intuizione l’immagine che evoca la peer education potrebbe essere sintetizzata nella forma del triangolo rettangolo.
Potremmo interpretare i due cateti, rispettivamente gli adulti nella dimensione verticale e i pari in quella orizzontale, mentre l’ipotenusa come il ruolo dei peer educator all’interno del sistema.A partire dal 1996 l’Organizzazione di volontariato Contorno Viola, in collaborazione con l’ASL VCO, ha avviato e messo a regime interventi di educazione fra pari finalizzati, in particolare nella fase iniziale, alla prevenzione dell’Aids e delle infezioni sessualmente trasmissibili fra la popolazione giovanile e adolescenziale del territorio. L’Associazione Contorno Viola ha inoltre sviluppato negli ultimi dieci anni moduli di formazione e progetti di prevenzione in altre realtà italiane e anche all’estero (Brasile, Svizzera e Francia). Lo sviluppo della peer education ha evidenziato il portato di empowerment di questo metodo, che risulta così applicabile anche ad altre tematiche come il bullismo e il cyberbullismo, la prevenzione di rischi alcol correlati, la prevenzione del gioco d’azzardo…

Abbiamo bisogno di una prevenzione che faccia un pezzo di strada insieme alle nuove generazioni fino a che scoprano la soddisfazione di inventare, se non un Paese, pezzi di Paese

(F. Floris)

Lucia e Francesco
Lucia e Francesco

La Peer&Media Education forma i futuri cittadini digitali

Se la Peer Education costituisce una strategia di prevenzione, la Media Education rappresenta una strategia educativa di formazione alla cittadinanza nella realtà espansa dei nuovi media

Dall’incontro nel 2009 con il CREMIT (centro ricerca sull’educazione ai media all’informazione e alla tecnologia) diretto dal professor Rivoltella, è nata una riflessione teorica e sperimentazione pratica che ha coniugato gli approcci, i metodi e gli strumenti della peer education e della media education, formulando il metodo della peer&media education (P&M). In questo ambito, l’associazione ha organizzato due corsi di alta formazione (corso base ed avanzato) per l’Università Cattolica, coordinato diversi MOOC (massive open online course) sui temi della cyberstupidity e l’approccio della peer&media education e partecipato a diversi convegni nazionali (UniCatt e gruppo Abele di Torino) sul tema della adolescenza 2.0. Contorno Viola aderisce alla rete De.Ci.Di definirsi cittadini digitali (insieme a  CREMIT dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Cooperativa Industria Scenica e Steadycam dell’ASL di Cuneo), promuovendo attività di ricerca, formazione e intervento per la prevenzione dei comportamenti a rischio nel web. In ultimo, è tra gli enti ideatori del modello patente di smartphone per il territorio del VCO e fornisce consulenza a livello nazionale su tale metodologia.

“Quale obiettivo?” All’inizio del percorso è fondamentale definire un obiettivo ben definito di prevenzione e di promozione della salute.

I docenti sono l’asse verticale, lavorano nelle retrovie ma sempre al fianco degli studenti. Si occupano degli aspetti organizzativi e degli aspetti più scientifici della formazione.

I peer educator sono l’asse orizzontale, i veri protagonisti. Si autocandidano ai percorsi, si formano e lavorano sui linguaggi giovanili e sulle tecniche di comunicazione.

Sono gestiti dai peer educator e dai docenti, che si occupano di aspetti diversi ma ugualmente fondamentali per sensibilizzare gli studenti sui comportamenti a rischio e sugli stili corretti di vita.

Sviluppi

“E adesso?” è la frase che sentiamo più spesso alla fine dei progetti. È l’effetto contagio, quello che porta i peer educator senior a chiedere di aderire ad altri progetti e i peer educator junior a candidarsi alle future formazioni.

Sono gli stakeholders (Enti Pubblici, Fondazioni e Terzo Settore) che credono fortemente nel nostro lavoro. In primo piano, l’ASL VCO che ci sostiene nell’attivazione dei percorsi scolastici e territoriali nel VCO.

Il digitale è estensione, linguaggio e ambiente. Fin dagli anni 2000, lavoriamo per portare il nostro messaggio nell’etere grazie alla realizzazione di spot, app e gestione dei social network e piattaforme.

Incontriamo i giovani sul territorio, non solo a scuola. In particolar modo frequentiamo i luoghi del divertimento notturno con la postazione “Sicura la notte” per sensibilizzare i giovani alla guida sicura.

I peer educator

Siamo i fratelli maggiori, quelli che supportiamo i pari senza giudicarli e nella mediazione con gli adulti.
Non siamo esperti, medici o psicologi. Siamo giovani che si attivano per i giovani!

Emilio Ghittoni

PRESIDENTE

Sono uno dei fondatori e dal 1995 il presidente dell’Associazione. Ho alle spalle una lunga esperienza professionale nell’industria come program manager e finance analyst e mi è sembrato naturale portare le mie competenze manageriali in associazione. Ho coordinato lo sviluppo dell’approccio verbanese di Peer Education e ho contribuito, in collaborazione con il Centro di ricerca CREMIT, alla genesi teoria e pratica dell’approccio della Peer&Media Education. Attualmente mi occupo degli aspetti gestionali dell’associazione e della progettazione, in particolare nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, sia per l’Associazione che per la comunità territoriale e nello sviluppo di progetti di tecnologie di comunità.

Andrea Gnemmi

PSICOLOGO

C’ero quando l’AIDS a Verbania non era solo una notizia che rimbalzava in televisione. Sull’onda dell’emergenza, ho partecipato alla nascita dell’Associazione: gruppi di auto aiuto, assistenza sanitaria in favore dei nostri amici S+ e incontri di sensibilizzazione con i giovani. Sono stato tra i promotori del metodo di peer education qui a Verbania, ancora prima di sapere che questa metodologia era già attiva oltre confine. Da allora, ho scritto numerosi articoli e testi, formato centinaia di peer educator, raccontato la nostra esperienza in giro per l’Italia ed esportato la peer education in Senegal, Brasile e Uruguay. Attualmente mi occupo della formazione degli adulti (docenti, operatori, formatori) e della ricerca scientifica.

Francesca Paracchini

Pedagogista

Ho incontrato la peer education sui banchi di scuola vent’anni fa, quando sono diventata peer educator. Da allora ho capito che il volontariato e il sociale erano il mio futuro. Mi sono iscritta all’indirizzo di scienze pedagogiche dell’Università Bicocca di Milano e nel frattempo ho continuato a seguire i progetti in Associazione come volontaria. Ho scritto due tesi e diversi articoli sulla peer education e oggi mi occupo del coordinamento e della progettazione dei percorsi educativi come pedagogista e formatrice. Se oggi sono qui è per lo sguardo che ho ricevuto dagli operatori di Contorno Viola e per le esperienze preziose condivise con i primi gruppi di peer senior negli anni 2000.

Il Gruppo di Verbania

VOLONTARI

Ci piace definirci così fin dall’inizio della nostra storia. Siamo un gruppo, composto da tante persone – volontarie e consulenti lavoratori – che hanno fortemente creduto nel volontariato e nelle risposte create dal basso.  Siamo docenti, psicologi, medici, operatori della prevenzione, dirigenti dell’Azienda Sanitaria e semplici cittadini. Tanti di noi si sono spesi pubblicamente, altri in maniera meno visibile alla comunità. Nel gruppo di Verbania, da sempre e per sempre, ci sono Claudia Ratti, Gianmaria Ottolini, Mauro Croce, Mauro Vassura, Isabella Monaco, Valerio Antonietti, Gabriella Temi, Nadia Del Favero.

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Dicono di
noi!

Ho conosciuto l’associazione quando ero al liceo, in particolare tramite l’attività di peer education: un’esperienza bellissima per sensibilizzare i ragazzi su temi di forte attualità dove spesso regna la disinformazione. Inoltre, è stata anche un’occasione di crescita personale in cui ho acquisito conoscenze e abilità come, ad esempio, quelle relazionali e di gestione di gruppi.

Alex Peer Educator Senior

Il gruppo di lavoro è molto competente: durante la formazione gli aspetti vengono trattati in modo dettagliato ed esaustivo, i formatori riescono a mantenere alta la soglia di attenzione dei ragazzi e a semplificare, rendendo fruibili, argomenti complessi e delicati. La partecipazione spontanea degli studenti è alta, l'impegno da parte loro viene costantemente rinnovato e i progressi sono rilevabili e continui. I risultati di apprendimento sono ottimi e gli interventi degli studenti ne sono un indicatore evidente. Il metodo inoltre offre un'occasione imperdibile di acquisizione di abilità e competenze nel public speaking nella conduzione del gruppo classe.

Mirra Insegnante

La peer education per me? Un momento di confronto su temi spesso poco discussi e tabù e un ottimo modo per mettersi in gioco sia nella formazione da peer sia negli incontri con gli altri studenti. Ho conosciuto nuovi compagni e fatto esperienze nel web anche durante il lockdown, chi lo avrebbe mai immaginato?

Silvia Peer Educator Senior

“Se dovessi esprimere un voto sulla peer education, darei un bell’otto… L’adesione al corso è stata molto costruttiva, anche sell’inizio, pensavo che partecipare a questo corso non mi sarebbe servito a nulla, ero scettico su ciò che si faceva, volevo farlo solo per andare a parlare nelle classi e per saltare ore noiose di lezione. Poi ho capito di poter essere un esempio, l’ho scoperto quando una mia compagna è venuta a chiedermi aiuto. Credo che sia proprio questo lo scopo di un buon peer: non imporre la propria idea, ma informare gli altri senza giudizi”

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Claudio Peer Educator Senior

La peer education è stata per me “illuminante”, il lume nel buio della mia ignoranza adolescenziale: quanto sapevo prima di AIDS? Quasi nulla di veramente importante! Più che mai per la nostra generazione, così “emancipata”: l’Aids è una realtà, una realtà pericolosa, che non può, non deve essere ignorata. Mi sono accorto che al giorno d’oggi, tutto ciò che mi è venuto incontro a scuola è stata solo la peer education.”

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Tommaso Peer Educator Junior

Il corso di peer education a mio parere è stato utilissimo perché ho acquisito molte informazioni sul tema dell’AIDS, oltre ad aver imparato alcune regole fondamentali per la conduzione di un gruppo. Adesso mi sento pronta per parlare con i miei coetanei! La possibilità per i ragazzi di confrontarsi su questi temi è importantissima, perché sicuramente davanti ad un adulto si troverebbero più inibiti.

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Clarissa Peer Educator Junior